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DERMATITE ATOPICA DELL'ADULTO

La dermatite atopica o eczema costituzionale è una affezione frequente che colpisce circa il 30% della popolazione pediatrica ma molto meno frequentemente gli adulti.

La dermatite atopica si presenta con aree rosse e pruriginose che si locallizzano prevalentemente agli arti e al collo ma che posso interessare tutto il corpo. Nel lattante colpisce il volto con risparmio della zona periorale (intorno alla bocca). Nei bambini grandi e negli adulti le lesioni compaiono spesso dietro le ginocchia e nella piega del gomito.

La dermatite atopica infatti può associarsi altre malattie su base allergica come l'asma bronchiale, il raffreddore da fieno, la congiuntivite, allergie/intolleranze alimentari, infezioni ricorrenti e problemi psicologici.

LA TERAPIA TOPICA: LE CREME

La terapia di base della dermatite atopica e' l'idratazione. Il primo consiglio e' quello di usare sempre e costantemente creme idratanti per prevenire la comparsa di lesioni nei pazienti predisposti. Un'altro fattore importante da prendere in considerazione e' quello di utilizzare prodotti specifici per pazienti ATOPICI. In queste situazioni infatti e' sempre meglio evitare creme che contengano sostanze potenzialemente allergizzanti.

La terapia si basa inoltre sull'utilizzo di terapia cortisonica in crema da utilizzare generalmente una volta al giorno per tutto il periodo in cui sono presenti le lesioni.

TERAPIA SISTEMICA

La terapia sistemica consiste nell'utilizzo di cortisonici sistemici (compresse) e terapia antistaminica che verrano consigliati in caso di necessita' dal dermatologo.
Se fosse necessario si puo' proporre la fototerapia (link alla pagina della fototerapia) che e' anch'essa molto efficace nel trattamento della dermatite atopica.

NUOVE TERAPIE EMERGENTI

In alcuni centri specializzati e' possibile sottoporsi a terapie innovati, riservati a pazienti con patologia grave. Questo farmaco e' un nuovo anticorpo monoclonale, diretto sulle citochine IL-4 e IL-13. Il Dupilumab si rivela in grado di migliorare, rispetto a placebo, lo score EASI (Eczema Area and Severity Index) nei pazienti con dermatite atopica di grado moderato o severo.

Allergia a punture di insetti

Ape, Vespe e calabroni e punture di formica sono le punture di insetti che più spesso scatenano reazioni allergiche.
Tuttavia, molte persone non sono allergiche alle punture di insetti ma possono avere comunque reazioni abbastanza significative da far pensare ad una reazione allergica. Conoscendo la differenza, è possibile prevenire preoccupazione e visite dal medico inutili.

La gravità di una reazione puntura insetto varia da persona a persona. Ci sono tre tipi di reazioni - normali, localizzate, e allergiche.

1)Una reazione normale si tradurrà in dolore, gonfiore e arrossamento intorno al sito della puntura. Questa e' la reazione sperimentata normalmente dopo una puntura di insetto. In questi casi di solito non e' necessario alcun trattamento e la reazione scompare da sola nel giro di poche ore. Nei casi piu' gravi, dove le punture sono molte o il soggetto e' particolarmente sensibile conviene applicare sulla zona interessata un velo di cream cortisonica per ridurre l'infiammazione. Bisogna inoltre evitare di grattarsi troppo per non incorre nella formazione di dermatofibromi (vedi post specifico).

2)Una grande reazione locale si tradurrà in gonfiore che si estende oltre il sito della puntura. Per esempio, una persona e' stata punta sulla caviglia può avere gonfiore dell'intero arto inferire. Questi casi sono meno comuni e generalmente causati da punture di insetti piu' grandi come le vespe. Se il dolore e' forte puo' essere necessario consultare un dermatologo che puo' consigliare di assumere una compressa di cortisone per via sistemica ed eventualmente antistaminici.

3)La più grave reazione ad un puntura di insetto è la reazione allergica. Questa condizione richiede cure mediche immediate e la chiamata del 118. La reazione allergica ad una puntura di insetto determina difficoltà di respirazione, prurito oltre le aree della puntura, gonfiore del viso, della gola, o delle labbra. Puo' inoltre essere presente respiro affannoso o difficoltà a deglutire
irrequietezza e ansia polso rapido, vertigini o un brusco calo della pressione sanguigna
Anche se reazioni allergiche gravi non sono così comuni, possono portare a shock, arresto cardiaco, e perdita di coscienza in 10 minuti o meno. Questo tipo di reazione può verificarsi entro alcuni minuti dopo una puntura e può essere fatale.


Allergia al Nichel: cause manifestazione e terapie

L' allergia al nichel è una delle più comuni cause di dermatite allergica da contatto. Questa forma di allergia si presenta con un prurito che compare quando la pelle tocca una sostanza normalmente innocua contenente nickel.

Il nichel è comunemente presente nella lega degli orecchini e altri gioielli e piercing. Ma il nichel può essere ritrovato anche in molti oggetti di uso quotidiano come le monete, la zip dei pantaloni, i cellulari e la montature per occhiali.

L'allergia al nichel può colpire persone di tutte le età e di solito si sviluppa dopo l'esposizione ripetuta o prolungata per oggetti contenenti nichel. I trattamenti possono ridurre i sintomi di allergia al nichel. Una volta a sviluppare allergia al nichel, tuttavia la pelle sarà sempre sensibile al metallo e sara' necessario evitare il contatto con sostanze contenenti nichel o fare il vaccino per non sviluppare i sintomi dell'allergia.

Il dermatologo di solito può diagnosticare l'allergia al nichel, sulla base di:
- aspetto della pelle
- storia di contatto con oggetti che possono contenere nichel
- patch test (contattare il test di allergia ipersensibilità).


Una volta a sviluppata la sensibilità al nichel, potrete sviluppare una eruzione cutanea (dermatite da contatto) ogni volta che si entra in contatto con il metallo. Una volta che un particolare sito, ad esempio un lobo, ha reagito al nichel, tale sito reagirà ancor più quando ri-esposti a nichel.


Il dermatologo può prescrivere uno dei seguenti farmaci per ridurre l'irritazione e migliorare la condizione di un rash da una reazione allergica al nichel:

- Crema di corticosteroidi. L'uso a lungo termine di questi può causare assottigliamento della pelle.
- Creme non steroidei, come il pimecrolimus (Elidel) e Tacrolimus (Protopic). L'effetto collaterale più comune è temporaneo bruciore al sito di applicazione.
- Corticosteroidi orali, come il prednisone, se la reazione è grave o una eruzione cutanea si estende su una vasta area. Questi farmaci possono causare una serie di effetti collaterali, tra cui l'aumento di peso, sbalzi d'umore e aumento della pressione sanguigna.
- Antistaminico orale, come cetirizina (Zyrtec), per il sollievo del prurito. Tuttavia, questi tendono a non essere molto efficace per il prurito della pelle.

Che cos'e' il dermografismo?

Il dermografismo è una condizione clinica che si mette in atto quando la pelle leggermente graffiata si gonfia nella zona dei graffi che si arrossano e formano un pomfo sollevato simile a quelli dell'orticaria. Questi segni di solito scompaiono entro 30 minuti.


La causa del dermografismo è sconosciuta, ma può essere attivato in alcune persone da infezioni, disturbi emotivi o farmaci come la penicillina.

I sintomi del dermografismo di solito vanno via da soli e non è necessaria una vera e propria terapia. Tuttavia, se la condizione è grave o fastidioso, il medico può raccomandare farmaci antistaminici come per esempio cetirizina.

Malattie cutanee rare: Sindrome di Melkersson-Rosenthal

La Sindrome caratterizzata dall'associazione di paralisi del nervo facciale , cheilite granulomatosa e lingua plicata.

Se ne descrivono forme complete, più rare, e forme parziali quando non sono contemporaneamente presenti tutte le manifestazioni cliniche. Molto frequentemente queste tre condizioni non si presentano in modo sincrono. Forme complete di questa sindrome sono state descritte solo tra il 23 e 8 % dei casi. La maggior parte delle forme sono Mono o Oligo sintomatiche.
Si tratta di una sindrome molto rara. In particolare per quanto riguarda le forme complete. Uguale distribuzione per razza e genere. L’incidenza è stata calcolata essere 1 caso su 2100.
L’eziologia è ad oggi ancora sconosciuta. Dati epidemiologici suggeriscono che si tratti di una patologia base ereditaria di tipo autosomico dominanante. Sono state inoltre associati fattori scatenanti di tipo allergico e infettivo (batterico).

L’esordio avviene in età infantile con la comparsa di un gonfiore non doloroso a carico della lingua, delle labbra e, più raramente, in altre zone del viso (regione periorbitaria o zigomatica). Il gonfiore orofaciale è il sintomo principale di questa sindrome. Si tratta di un gonfiore asimmetrico o in taluni casi monolaterale non pruriginoso. Le labbra possono assumere una colorazione violacea. L’edama risolve spontaneamente e grnrralemente abbastanza rapidamente ma può ricomparire episodicamente lasciando comunque un tessuto indurito che riflette la presenza istologica di un granuloma infiammatorio.La paralisi del nervo facciale si manifesta improvvisamente, generalmente unilaterale localizzata nello stesso lato del gonfiore faciale. La paralisi del nervo faciale può avvenire anche dopo anni le prime manifestazioni cliniche di gonfiore orofaciale. Si presenta di solito con deviazione della bocca e, regredisce completamente; anche in questo caso, però, gli episodi si possono ripetere nel tempo.

La lingua plicata o fissurata si osserva meno frequentemente rispetto alle altre due caratteristiche della sindrome e generalmente non provoca disturbi. La lingua si presenta allargata, appiattita solcata e fissurata.
Istologia: Nelle fasi iniziali della malattia si evidenzia edema e aggregati linfatici perivascolari. Negli stadi piu’ avanzati possono essere evidenziati granulomi non necrotizzanti con cellule epitelioidi e cellule giganti (indistinguibili dai granulomi del Crohn e della Sarcoidosi).

Negli stadi iniziali (quando ancora non sono presenti i granulomi, la dd con l’angioedema è quasi impossibile soprattutto se non sono presenti lingua placata o la paralisi del faciale. La diagnosi differenziale sia clinica che istologica. è piu’ agevole quando sono presenti i granulomi

ORTICARIA - Pomfi sulla pelle

L’orticaria rappresenta una delle più frequenti manifestazioni cutanee di allergia.

La manifestazione clinica tipica dell’orticaria è il pomfo, ovvero una rilevatezza della cute, pallida circondata da un alone arrossato. Il pomfo può avere dimensioni variabili, da pochi millimetri a molti centimetri, può presentarsi come un’estesa chiazza rossastra a margini irregolari. Il pomfo dell'orticaria si caratterizza per una rapida e fugace insorgenza, che dura anche pochi minuti, comunque mai più di 24 ore. Quest’ultimo aspetto è molto utile anche dal punto di vista diagnostico, perché sebbene il fenomeno “orticaria” possa durare anche molto a lungo, la singola lesione pomfoide non persiste per più di 24 ore.

Nell’inquadramento dell’orticaria il criterio temporale è fondamentale per orientarsi sul problema.
Un’orticaria che insorge immediatamente dopo uno stimolo (per convenzione entro 2 ore) che sia un alimento, un farmaco o una puntura di insetto e che si esaurisce in poche ore (max 1 giorno), ha molta probabilità di essere di natura allergica. Deve però esserci una stretta correlazione temporale con l’allergene, ad es. non può essere attribuita ad un alimento un’orticaria che compaia molte ore (o giorni) dopo averlo ingerito.

Questo tipo di reazione cutanea può essere anche associata ad affanno, nausea e vomito.

La causa dell’orticaria è spesso il contatto con sostanze cui l’organismo è allergico o da alimenti o farmaci ingeriti e il dermatologo può stabilire, con appositi test, che cosa provoca queste reazioni (cibi, tessuti, pelo di animali, polline, ma anche stress, infezioni della pelle, etc…).
Tra le varie forme di questa malattia, ne esistono di autoimmuni, associate di solito a problemi della tiroide. Nel caso di comparsa di orticaria può essere utile una valutazione da parte del dermatologo di fiducia.

Cosa sono i Patch test? Test per la dermatite allergica



Il Patch test e' un test che consiste nell’applicazione di sostanze che tipicamente danno allergia tramite un cerotto apposito sulla cute sana, generalmente sulla schiena. Il patch test e' considerato, nella pratica clinica, il gold standard fra i mezzi diagnostici in vivo per la diagnosi di dermatite allergica da contatto. Questo test e' basato sull'applicazione sulla cute del paziente di allergeni sospettati di essere responsabili della dermatosi.

Il cerotto sta in sede 48 ore poi viene rimosso dopo e la lettura viene effettuata 20 minuti dopo la rimozione delle strisce (giorno 2) e dopo 72 (giorno 3) o 96 ore (giorno 4) per la lettura definitiva. Occasionalmente alcune gravi reazioni possono provocare prurito e bruciore, nel qual caso, il cerotto puo' essere rimosso anticipatamente.

La lettura del test viene effettuata attraverso un metodo quali-quantitativo che prende in considerazioni la presenza di eritema, edema, papule, vescicole e la superficie interessata al fenomeno. L'intensit‡ della risposta viene classificata secondo una scala di +, da uno a tre (+, ++, +++).

Il patch test non dovrebbe procurare eventi avversi. Le reazioni irritative possono essere considerate degli eventi indesiderati, soprattutto quelle piu' severe. Normalmente le risposte di tipo irritativo che si possono sviluppare in seguito allíapplicazione di un patch test sono ben circoscritte e limitate allíarea di cute entrata in diretto contatto con l'allergene.
La excited skin syndrome o angry back definisce la presenza reazioni a diversi allergeni testati alcune delle quali sono falsamente positive. Questo fenomeno locoregionale si puo' realizzare in due casi: a) in presenza di una dermatite subclinica in un paziente atopico; b) quando si sviluppa un'intensa reazione allergica ad un determinato allergene per cui, realizzandosi nella cute circostante una condizione di iperreattivita.

Dermatite Irritativa da Contatto

La dermatite da contatto è una reazione infiammatoria cutanea indotta dal contatto con agenti ambientali di diversa natura.
Dal punto di vista patogenetico e clinico si distinguono due forme di dermatite da contatto: irritativa e allergica. La dermatite irritativa da contatto (DIC) è una reazione infiammatoria cutanea causata da agenti esogeni chimici, fisici o biologici che agiscono con meccanismo tossico diretto senza intervento di meccanismi immunologici. Diversi fattori endogeni ed esogeni possono incrementare la suscettibilità alla DIC, quali sesso ed età del paziente, storia di eczema e/o dermatite atopica, sede anatomica coinvolta, proprietà chimico-fisiche, tempo di esposizione e concentrazione dell’agente irritante, occlusione, fattori climatici (freddo, umidità…), stimoli meccanici (pressione, frizione, abrasione…).

Non si tratta quindi di una vera allergia a quella data sostanza ma solo di un IRRATAZIONE data questa sostanza. Gli agenti irritanti che più frequentemente causano la DIC sono rappresentati da acqua, detergenti, surfattanti, emulsionanti, umettanti, alcali, acidi, oli, solventi organici, agenti ossidanti e riducenti, piante, preservanti.

Il quadro clinico è estremamente variabile in relazione alla sede coinvolta, alla risposta cutanea e al tipo di sostanza irritante e può manifestarsi in forma acuta o cronica.
La forma acuta fa seguito a un singolo contatto con l’agente irritante o a più contatti di breve durata. La reazione infiammatoria
è solitamente limitata alla sede di contatto e dolore/bruciore prevalgono sul prurito. Il quadro clinico comprende un ampio spettro
di lesioni cutanee quali eritema, edema, papule, vescicole, bolle, pustole e perfino ulcere e si contraddistingue per il polimorfismo eruttivo. Nelle forme croniche si osserva invece eritema, xerosi, desquamazione, ipercheratosi e lichenificazione, a volte accompagnate da ragadi.

Dermatite Allergica da Contatto - DAC



La dermatite da contatto è una reazione infiammatoria cutanea indotta dal contatto con agenti ambientali di diversa natura.
Colpisce prevalentemente la fascia d’età fra i 30 e i 45 anni senza distinzioni di sesso. È una patologia molto diffusa in ambito lavorativo (le dermatiti da contatto rappresentano circa l’80-90% delle dermatosi professionali), in particolare nel comparto
edile, ma si riscontra di frequente anche in ambito extraprofessionale. Esistono due forme di dermatite da contatto: la dermatite allergica e quella irritativa.

La dermatite allergica da contatto (DAC) è un processo infiammatorio cutaneo che si sviluppa a seguito di un vera e propria allergia da contatto con agenti esogeni e grazie all’intervento di cofattori patogenetici di tipo immunologico.
Il nichel è la sostanza che da piu' frequentemente sensibilizzazione con una positività media ai patch test pari al 18% (la popolazione femminile risulta molto più colpita di quella maschile: 25,5 vs. 4,8%); altre sostanze frequentemente implicate nello sviluppo di DAC sono i profumi mix (9,7%), il cobalto (5,9%) ed il potassio bicromato (4,6%).

La DAC si presenta con lesioni rosse prurrigginose e spesso dsquamanti che compaiono tipicamente in sede di contatto con l’allergene, evento che di norma aiuta nell’individuare l’agente scatenante. Le forme piu' gravi possono presentarsi anche con vescicole e bolle nella zona di contatto con l'allergene. Per esempio shampoo e tinture per capelli sono i primi ad essere incriminate quando la dermatite e' al cuoio capelluto: mentre se la dermatite si localizza a livello delle orecchie si pensa subito al nickel contenuto negli orecchini di metallo.

In tutte le dermatiti da contatto la prima misura da mettere in atto è la prevenzione mediante l’allontanamento dell’agente causale e l’utilizzo di presidi protettivi (guanti, indumenti protettivi, creme barriera …). Gli steroidi topici sono la terapia di prima scelta in tutte le forme di dermatite da contatto acuta, qualora sia presente una componente essudativa o vescica-bollosa si possono associare anche antisettici locali (ipoclorito di sodio, permanganato di potassio) o paste all’ossido di zinco. Gli antistaminici sistemici sono utili nel controllo dell’eventuale sintomatologia pruriginosa, mentre solo di rado (forme diffuse e resistenti alle terapie topiche) sono necessari corticosteroidi sistemici o altri immunosoppressori quali la ciclosporina.

Allergia alla titura per capelli - Farsi il colore fa male?

Ormai tingere i capelli e' diventata una pratica molto comune sia tra le donne che tra gli uomini. La ragione principale e' legata alla volonta' di coprire o mascherare i capelli bianchi cioe' i capelli dell'eta' adulto - avanzata dove i granuli di melanina (responsabili del pigmento) sono assenti.

Esistono diverse tipologie di tinuture, distinte in base alla durata del colore sul capello. Le tinture piu' comunemente utilizzate sono definite permanenti. In questo tipo di tintura il colore si sviluppa all’interno del capello e si lega alla cheratina. La colorazione permanente non viene rimossa con il lavaggio, decolora e tinge allo stesso tempo e “dura” circa 5-6 settimane, cioè il tempo medio entro il quale la ricrescita del capello evidenzia una differenza di colore alla radice.

L’utilizzo di sostanze in grado di modificare il pigmento dei capelli spesso può provocare effetti indesiderati. Sul capello gli effetti sono poco rilevanti come capelli piu' fragili, opachi e presenza di numerose doppie punte.

A carico del cuoio capelluto possono invece si possono verificare reazioni piu' gravi di tipo irritativo o di tipo allergico (dermatite allergica da contatto).
Uno dei fattori implicati nello sviluppo di queste reazioni e'l' ammoniaca. Il processo della colorazione infatti richiede un
ambiente molto basico necessario per aprire le scaglie della cuticola del capello. L'amoniaca e' un agente alcalino molto aggressivo che in soggetti predisposti (per esempio soggetti atopici) puo' sviluppare reazioni irritative sul cuoio capelluto.
Anche la parafenilendiammina e la resorcina sono sostanze presenti nelle tinture dei capelli che, più di altri, possono provocare reazioni di tipo allergico.

In caso di reazione alla tintura il cuoio capelluto si presenta molto prurrigginoso, arrossato e qualche volta possono formarsi anche squame o bollicine. Per determinare se e' proprio la tintura utilizzata a far scatenare la reazione sul cuoio capelluto e' necessario svolgere delle prove allergiche da contatto (patch test) utilizzando la tintura stessa o suoi componenti.
Nel caso questo test risulti negativo sara' opportuno evitare di utilizzare quella tintura o quel particolare componente a cui siamo risultati allergici.

Ad oggi esistono e possono venir consigliate dal dermatologo anche tinture specifiche per pazienti allergici che non tendono a determinare dermatiti perche' non contengono i componenti che piu' facilmente determinano allergie.

Il trucco fa male? Truccarsi o no?



In generale truccarsi non fa male anzi. Infatti molti prodotti cosmetici e trucchi hanno al loro interno dei filtri chimici che fanno da fattori di protezioni che proteggono la pelle dalle radiazioni ultraviolette del sole. Questo vale non solo per i fondotinta e le BB cream ma anche per esempio per i rossetti, molto utili a proteggere la mucosa delle labbra dal sole.

Bisogna tener conto pero' che alcuni soggetti che hanno una pelle particolarmente sensibile possono avere o sviluppare nel tempo allergie o intolleranze ai prodotti o ai conservanti utilizzati per la produzione dei cosmetici. In questi casi sono utili i test allergologici cutanei (patch test) per scoprire qual'e' il principio attivo a cui il paziente e' diventato intollerante o allergico. Quando la sostanza incriminata sara' stata individuata sara' sufficiente evitarla, utilizzando prodotti che non la contengono, per non sviluppare le manifestazioni cliniche dell'allergia al trucco.

Questo discorso e'ovviamente valido per tutti i prodotti venduti in Italia che seguono i regolari controlli di qualità, infatti discorso a parte deve essere invece fatto per i prodotti cosmetici che si ritrovano sui banchi dei venditori ambulanti o che arrivano in Italia dall'estro non attraverso i canali tradizionali. Su questo tipo di prodotti dobbiamo stare sicuramente piu' all'erta perche' possono contenere sostanze dannose in concentrazioni troppo alte.