Non ci si immagina quante donne sono affette da prurito intimo, che a volte nemmeno si rivolgono al medico o al dermatologo per la vergogna di affrontare questo problema.
Il prurito può' interessare ogni eta', ma nella maggior parte dei casi sono colpite da questo disturbo le donne dopo la menopausa.
Le cause del prurito vulvare possono essere svariarte, dalla semplice secchezza ad una patologia che si chiama lichen scleroatrofico. Un'altra causa molto comune di prurito intimo e' l'infezine da candida che pero' oltre a dare il prurito determina anche altri disturbi. Infine esistono anche le forme allergiche per cui si puo' avere una dermatite da contatto o una dermatite irritativa.
A questo punto si puo' andare per esclusione. Prima di tutto bisogna capire se sono presenti altri sintomi come la perdita di materiale a ricotta, in questo caso ci possiamo orientare per la causa piu' comune di prurito che e' l'infezione da candida (vedi il post specifico sulla candida). Se siamo di fronte ad un paziente che soffre gia' di altre allergie per esempio al polline o al nichel possiamo invece pensare ad una forma di dermatite da contatto. In questo caso bisogna controllare se la mucosa e' anche piu' rossa del solito, a volte può' apparire anche gonfia o addirittura posso comparire delle piccole bollicine (attenzione a non confondersi con quelle a grappolo dell'Herpes genitale). In questo caso vedi i mie post specifici su Dermatite da contatto e Herpes genitale.
Un'altro importante fattore da prendere in considerazione e' il grado di secchezza perche' anche quest'ultimo fattore che e' comune dopo la menopausa puo' essere la causa prima della sintomatologia prurigginosa.
La causa piu' pericolosa del prurirto e' il lichen scleroatrofico che e'una patologia autoimmune (gli anticorpi del corpo invece di dirigersi contro agenti esterni attaccano i tessuti del proprio corpo), anche se di natura non chiara e si associa ad altre malattie autoimmuni.
Il sintomo fondamentale è un intenso prurito, e con il tempo, se non trattata, provoca una diminuzione delle dimensioni dell'aperura della vagina, poi si possono formare placche bianche sulla vulva fino alla completa sparizione dei genitali esterni. Chiaramente questa patologia incide pesantemente sulla possibilita' avere rapporti sessuali.
L'esame istologico, a meno che non ci siano lesioni sospette per tumore (vedi link specifico al carcinoma squamocellulare geniatale), non è necessario per la diagnosi. La terapia viene fatta all'inizio con applicazioni frequenti di creme al cortisone, che vengono progressivamente rallentate, fino a fare spesso una terapia di mantenimento una volta alla settimana.
La malattia tende a ricomparire nel tempo, e controlli regolari sono necessari anche perché aumenta un poco il rischio di sviluppare nel tempo un tumore della vulva. In caso di dubbio potrà essere utile fare una biopsia.
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