Cosa c'e' nelle creme solari? Le creme solari fanno male?

I filtri solari sono progettati per mitigare gli effetti indesiderati della radiazione solare e nell’ultimo decennio, inseguito alle campagne informative di massa, rappresentano probabilmente uno dei prodotti facenti parte della famiglia del parafarmaco più prescritto da i dermatologi.

Inizialmente progettati con lo scopo principale di difendere dalla comparsa dell'ustione solare, come noto indotta principalmente da UVB, successivamente, sono stati modificati per proteggere anche nei confronti della radiazioni ultraviolette di tipo A.

Gli schermi tradizionali sono tradizionalmente distinti in filtri chimici denominati anche organici e filtri fisici o inorganici.

Della famiglia dei filtri fisici fanno parte il biossido di titanio e l’ossido di zinco mentre i principali rappresentati del gruppo dei filtri chimici sono i benzofenoni, i metossicinnamati e il PABA.
I possibili effetti collaterali, tossici e allergici sono stati ampiamente investigati e ovviamente anche l’uso massivo di questi prodotti ha poratato ad avere un enorme quantità di dati in proposito. La maggior parte degli effetti tossici riguardanti gli schermi solari devono però essere principalmente addebitati a gli schermi chimici in quanto è stato ampiamente dimostrato che gli schermi fisici non penetrano l’pidermide ma rimangono confinati in superficie dove esplicano la loro azione protettiva schermante o riflettente. I filtri fisici sono stati quindi considerate biologicamente e chimicamente inerti.

Per quanto riguarda gli schermi chimici invece questi ultimi pur essendo stati disegnati per non penetrare la cute ma esplicitare il loro effetto sullo strato corneo è stato ampiamente dimostrato che la loro penetrazione a livello sistemico è quasi la regola.

E’ noto che l’assorbimento transcutaneo delle sostanze applicate tpicamente , come i filtri solari, è dipendente da numerosi fattori in particolar modo la sede anatomica di applicazione, l’età del paziente e le condizioni della cute.

Per quanto riguarda la sede anatomica e' stato dismostrato che la penetrazionio dei filtri chimici è significativamente maggiore a livello del volto rispetto al dorso. Questa differnza non è dovuta soltanto a un differenza di spessore dello strato corneo, ma sussistono anche altri fattori che determinano il grado di penetrazione come la densità degli annessi cutanei, di ghiandole sebacee e di follicoli piliferi e lo stato di idratazione della cute.

Infatti un maggiore idratazione determina una dilatazione degli spazzi intercheratinoci e quindi una maggior penetrazione delle sostanze chimiche dalla superficie in profondità. Per le stesse ragioni si può affermare che la cute dei bambini avendo uno strato corneo molto più sottile e idratato rispetto all'adulto ha una aumentata capacità di assorbimento. Nell’anziano inoltre il tournover dello strato corneo è ridotto, come ridotti sono lo spessore il numero ed il diametro dei follicoli piliferi. Sesso e razza invece non comportano grosse differenze di assorbimento cutaneo. Infine tagli, abrasioni, lesioni ulcerative, ustioni e altre patologie come la psoriasi e la dermatite atopica creano discontinuità dello strato corneo attraverso cui i farmaci possono rapidamente diffondere nel tessuto connettivale sottostante e da qui raggiungere la circolazione sistemica.
I filtri chimici possono rendersi responsabili di reazioni di irritazione, sensibilizzazione, fototossicita' e fotoallergia. Nessun danno permanente sembra essere indotto dai filtri chimici dagli studi presenti ad oggi in letteratura. Quindi non se ne sconsiglia l'utilizzo a meno di situazioni di sensibilizzazione o allergia specifica.